1 maggio, festa dei lavoratori: le origini in Italia e nel mondo
(Il Giorno) L’1 maggio si celebra la Festa dei lavoratori (o Festa del lavoro). Una ricorrenza ufficiale nello stesso giorno in Italia (dal 1891), a Cuba, in Russia, Cina, Messico, Brasile, Turchia e in diversi Stati dell’Unione Europea. Negli Stati Uniti invece, il “Labor Day” si festeggia il primo lunedì di settembre. Ma è proprio qui nell’Illinois nella seconda metà dell’ottocento, che per la prima volta viene promulgata una legge che garantisce un massimo di ore (otto) lavorate per giorno. E’ il 1887. In Italia ci vorranno decenni per ottenere una normativa simile (il regio decreto legge del 1923). Ci si arriverà grazie al lavoro dell’Internazionale, associazione nata creare un legame tra i diversi gruppi politici di sinistra e tra le varie organizzazioni di lavoratori, in particolare operai, in Europa e non solo.
Le origini
La festa dei lavoratori affonda le sue radici in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America, guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor. Nel 1866, fu approvata a Chicago, in Illinois, la prima legge delle otto ore lavorative giornaliere, legge che entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti. La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 era nata a Londra la “Prima Internazionale”, ovvero l’Associazione internazionale dei lavoratori, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell’epoca.
La conquista delle otto ore lavorative
La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell’Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense. Ancora nel 1882, nella città di New York, fu organizzata una importante protesta il 5 settembre, mentre due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione americana, gli stessi Knights of Labor approvarono una risoluzione affinché l’evento di protesta avesse una ricorrenza annuale, senza però proporre ancora una data ufficiale nell’Illinois.
La rivolta di Chicago
Il 1º maggio 1886, in occasione del 19º anniversario dell’entrata in vigore della legge dell’Illinois sulle otto ore lavorative, fu deciso dalla Federation of Organized Trades and Labour Unions come il giorno di scadenza limite per estendere tale legge in tutto il territorio americano, pena l’astensione dal lavoro, con uno sciopero generale a oltranza, in particolare nella fabbrica di mietitrici McCormick: 12mila fabbriche negli Stati Uniti ferme, con 400mila lavoratori e solo a Chicago il corteo ospitò 80mila operai. Gli operai lavoravano 16 ore al giorno e chiedevano la riduzione dell’orario a 8 ore giornaliere e condizioni più umane. La protesta il 3 maggio 1886 si concluse in tragedia; per disperdere i manifestanti, infatti, le forze dell’ordine spararono sulla folla provocando vittime e diversi feriti. Per protestare contro l’accaduto gli anarchici locali si diedero appuntamento per il giorno successivo, il 4 maggio, nei pressi dell’Haymarket Square, dove si “vendicarono” lanciando un ordigno che uccise un poliziotto. La polizia aprì il fuoco sulla folla e 11 persone tra cui 7 agenti persero la vita. Moltissimi furono i feriti. Molti degli anarchici colpevoli dell’accaduto furono poi condannati a morte nell’agosto del 1887, quando i giudici sentenziarono in favore della loro impiccagione.
La data del 1° maggio
Nel 1887, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, ritenne che il giorno 1º maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l’oggetto della festività sull’antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro. Tuttavia, già pochi giorni dopo il sacrificio dei cosiddetti Martiri di Chicago, gli stessi lavoratori della città statunitense tennero un’imponente manifestazione a lutto, prova che le idee socialiste non erano affatto morte. Le notizie degli eventi tragici di Chicago si estesero anche in altri stati di tutto il continente americano, per poi estendersi anche in Europa. La data del 1º maggio fu adottata ad esempio in Canada, soltanto nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferita a precedenti marce di lavoratori tenutesi a Toronto e Ottawa nel 1872. Al Congresso Internazionale di Parigi del 1889, che diede il via alla Seconda Internazionale, il giorno 1º maggio fu dichiarato ufficialmente come la Festa Internazionale dei Lavoratori, e fu adottata da molti paesi nel mondo. Dall’altra parte dell’emisfero terrestre, come ad esempio in Australia, la commemorazione ricorda la “Festa delle Otto Ore” (lavorative). Tuttavia, nella zona del Queensland, se inizialmente si usava celebrarla sempre il giorno 1º maggio, in epoche più recenti e anche in altre zone australiane si usa farla cadere il primo lunedì di maggio, oppure di marzo, ma anche ottobre. La commemorazione fu poi ripresa anche dal mondo cattolico: il 1º maggio 1955, papa Pio XII istituì per tutta la Chiesa cattolica la festa di San Giuseppe lavoratore, perché tale data potesse essere condivisa a pieno titolo anche dai lavoratori cattolici.
La festa del lavoro in Italia
In Italia, appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti. Soltanto dopo decenni di battaglie operaie e lotte sindacali, le otto ore lavorative verranno dichiarate legali soltanto con il Regio decreto legge n. 692 del 1923 (Governo Mussolini). La decisione in Europa in merito alla festività del 1º maggio, ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889, fu ratificata in Italia soltanto due anni dopo. La Festa dei lavoratori in Italia si celebrò dunque, per la prima volta, il 1° maggio del 1891 per essere poi sospesa dal 1924 e per tutto il ventennio fascista. Questo perché venne sostituita dalla Festa del Lavoro del 21 aprile, giorno del Natale di Roma. La Festa dei lavoratori tornò a essere festeggiata di 1° maggio qualche anno più tardi, subito dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. La festa nazionale è tale dal 1° maggio 1947.
La strage di Portella della Ginestra
Anche nel nostro Paese però questa giornata si è macchiata di sangue perché il 1° maggio del 1947 si verificò quella che è passata alla storia come la strage di Portella della Ginestra, località montana del comune di Piana degli Albanesi, in Provincia di Palermo. Qui si erano infatti riuniti circa 2mila lavoratori, soprattutto contadini, per celebrare la ricorrenza del 1° maggio protestando contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre incolte. In quell’occasione, però, il bandito Salvatore Giuliano insieme ai suoi uomini sparò sulla folla provocando una carneficina. 11 persone rimasero uccise, 27 furono i feriti. La strage di Portella della Ginestra del 1° maggio resta ancora avvolta da un alone di mistero, il primo grande segreto della storia repubblicana.
Il concertone a Roma
Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai. Quest’anno, però, dato il perdurare dell’emergenza Covid, si terrà alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica.
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