BOLOGNA. Riconoscimento in memoria di Pio La Torre, assassinato alla Mafia: il premio con menzione al comandante Biagio Chiariello
In occasione del 40° anniversario dalla morte di Pio La Torre, sindacalista ucciso dalla Mafia e promotore della legge che introdusse con la legge “Rognoni – La Torre” nel codice penale il reato di “associazione di tipo mafioso”, si è tenuta a Bologna, presso la prestigiosa Facoltà di Giurisprudenza, la cerimonia in suo onore.
Evento organizzato da “Avviso Pubblico”, Cgl e da FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), che ha visto tra i premiati il dott. Biagio Chiariello, comandante della polizia locale e già appartenente alla Direzione Distrettuale Antimafia, selezionato dalla giuria presieduta dall’onorevole Rosy Bindi, già Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, da Stefania Pellegrini, direttore del Master in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscate alle mafie” dell’Università̀ di Bologna, dal sociologo Marco Omizzolo e dal giornalista Paolo Borrometi.
L’onorevole Bindi ha voluto fare una particolare menzione ai due Chiariello per essersi sempre contraddistinto scegliendo da che parte stare, come Pio La Torre, ed il premio è stato consegnato da Franco, figlio del deputato sindacalista ucciso negli anni ottanta con il suo collaboratore Rosario Di Salvo e molto vicino al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Franco ha evidenziato il ruolo svolto sui territori difficili dove ognuno, per fare il proprio dovere, è costretto a subire ritorsioni che mettono in pericolo la vita degli stessi e la stessa democrazia rimarcando che induce ne sono esempi.
Ora vive sotto scorta da mesi senza fermarsi davanti alle minacce, intimidazioni, manifesti di morte e lettere anonime che lo invitavano ad andare via decidendo di restare in quel posto smascherando il malaffare.
In particolare grazie al lavoro nei territori in contrasto ai crimini ambientali, pompe funebri, case occupate da soggetti criminali, stop a processioni in odore di camorra, si sta riportando la luce alla speranza di tanta brava gente.
È proprio dopo le minacce che sono stati ristretti in carcere due appartenenti alla criminalità con accuse pesanti, tra cui “aggravante del metodo mafioso”, cui sono seguite altre 27 custodie in carcere a carico dei clan del rione 167 in un’indagine parallela diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Infatti Chiariello, per diverso tempo, si è occupato del censimento di tutte le abitazioni abusive oppure occupate abusivamente nella zona cosiddetta “167” di Arzano, roccaforte dell’attività camorristica, lavoro che lo ha visto destinatario di ripetute minacce di morte e invito ad andar via, come quella del marzo dove ha ritrovato all’ingresso del comando un manifesto che annunciava la sua morte.
Il conferimento di questo riconoscimento, come anticipato, punta a valorizzare personalità istituzionali e non solo (sindacalisti, giornalisti, amministratori pubblici) che si battono con passione, coraggio e competenza contro l’illegalità, sostenendoli e supportandoli nel loro operato.
La dichiarazione del comandante Biagio Chiariello
“Una grande emozione”, dichiara il comandante Chiariello “una telefonata di ‘ Avviso pubblico’ che ti indica di essere stato scelto per ricevere nella prestigiosa Bologna un riconoscimento in occasione del 40° anniversario della morte di Pio La Torre, uomo ucciso dalla Mafia per essersi permesso di sfidarla con l’introduzione nel codice penale dell’articolo 416 bis “associazione di tipo mafioso.
A Franco La Torre, figlio di Pio, a cui ho stretto con ammirazione la mano, ho voluto dire che non mi sento un eroe, ma un diverso si, come quelli che hanno scelto di fare il loro lavoro e di non tacere stando dalla parte giusta. Sogno un mondo migliore, soprattutto per questi ragazzi smarriti che hanno perso il loro punto di equilibrio che gli permette di scegliere il giusto rispetto al male che ha martoriato le nostre terre.
Questo riconoscimento lo dedico ai tanti che hanno perso la vita, o che sono costretti a subire impotenti le angherie solo per aver scelto di difendere le idee di democrazia contro l’arroganza criminale o la prepotenza di chi gestisce la cosa pubblica pensando che fosse cosa propria.
Lo dedico alla mia famiglia a cui chiedo scusa perché indirettamente subiscono disagi per questa mia scelta di vita.
Ringrazio la Magistratura e le forze dell’ordine che in poco tempo hanno assicurato alla giustizia i criminali autori di gesti ignobili nei miei confronti evitando che altri possano continuare a subire.
Ringrazio tutti coloro che scelgono di intraprendere la strada corretta, quella giusta, di onestà e lealtà e tutte le Autorità che si sono attivate.
Ma un ringraziamento particolare va agli uomini della scorta che con professionalità, dedizione e altruismo mi fanno da scudo in questo particolare momento accompagnandomi nel percorso che ho intrapreso, quegli uomini che lasciano bambini e famiglie a casa vedendoli solo per alcune ore della giornata pur di sacrificarsi “.
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