Camorra: è morto in carcere Raffaele Cutolo
Aveva 79 anni, era ricoverato a Parma in regime di carcere duro
Il boss della camorra Raffaele Cutolo è morto, con una setticemia del cavo orale, nel reparto sanitario del carcere di Parma. Cutolo, che fu fra i fondatori della Nuova Camorra Organizzata, aveva 79 anni.
Lo scorso giugno, il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha deciso di lasciare in cella il fondatore della NCO, malgrado le sue condizioni di salute incompatibili con la detenzione carceraria.
Secondo i giudici di sorveglianza, nonostante l’età, Cutolo fosse ritenuto ancora un simbolo. “Si può ritenere che la presenza di Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali che si rifanno tuttora alla NCO, gruppi rispetto ai quali Cutolo ha mantenuto pienamente il carisma”, scrivevano i giudici.
E proseguivano: “Nonostante l’età e la perdurante detenzione rappresenta un ‘simbolo’ per tutti quei gruppi criminali” che continuano a richiamarsi al suo nome.
‘O professore, così era soprannominato Raffaele Cutolo
‘O professore, così era soprannominato Raffaele Cutolo, nacque ad Ottaviano, in provincia di Napoli, il 4 novembre del 1941. Nel 1983, nel carcere dell’Asinara, sposò Immacolata Jacone.
Il suo primo omicidio l’ha commesso per questioni di onore, per difendere la sorella Rosetta dagli apprezzamenti di un giovane del suo paese.
(Il Mattino) Don Raffaele rilasciò delle dichiarazioni agli inquirenti della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli (il pm Ida Teresi e il capo della Dda dell’epoca, Giuseppe Borrelli, attuale procuratore a Salerno) rivelando di avere avuto addirittura la possibilità di impedire l’omicidio di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse.
Furono parole «pesanti» quelle pronunciate dal professore, messe a verbale il 25 ottobre del 2016: «Potevo salvare Moro ma fui fermato». «Aiutai – spiegò Cutolo – l’assessore Cirillo (rapito e successivamente rilasciato dalle Br, ndr), potevo fare lo stesso con lo statista. Ma i politici mi dissero di non intromettermi».
Nel 1978 Cutolo era latitante e si sarebbe fatto avanti per cercare, sostiene lui, di salvare Moro. «Per Ciro Cirillo si mossero tutti, per Aldo Moro nessuno, per lui i politici mi dissero di fermarmi, che a loro Moro non interessava».
di Redazione
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