Con il nuovo Dpcm di gennaio, alcune regioni potrebbero ritrovarsi anche in zona bianca

Con il nuovo Dpcm di gennaio, alcune regioni potrebbero ritrovarsi anche in zona bianca
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Con il nuovo Dpcm di gennaio, alcune regioni potrebbero ritrovarsi anche in zona bianca. Il Decreto Natale del governo, studiato per le festività natalizie, scadrà alla mezzanotte dell’Epifania e da quel momento sarà tempo di trovare nuove soluzioni e misure per contenere i contagi di Coronavirus e tenere a freno la terza ondata.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine del vertice con le Regioni avvenuto ieri sera, ha dichiarato: «Valutiamo l’ipotesi per il prossimo fine settimana di applicare le misure da zona rossa per i festivi e prefestivi, con la salvaguardia dei Comuni più piccoli per gli spostamenti. Dopo aver raccolto i contributi dei presidenti domani si tireranno le somme con il Governo».

Pertanto dopo la Befana tutto lo stivale potrebbe ritrovarsi in zona gialla il 7 e 8 gennaio prima di una nuova stretta nel weekend del 9-10.

 Si valuta un provvedimento “ponte” con misure restrittive fino alla metà del mese: dal 15 gennaio entrerà in vigore un nuovo Dpcm e la cui grossa novità potrebbe essere l’introduzione di una nuova colorazione, la zona bianca.

La proposta nasce dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, che pare sia stata ben accolta dal presidente Giuseppe Conte.

Cos’è la zona bianca che il governo vuole introdurre dal 15 gennaio

Una quarta fascia di rischio nella quale entrerebbero le regioni con gli indicatori migliori.

Nelle regioni “bianche” rientrerebbero le regioni, le fasce o le zona con gli indicatori migliori, e in queste aree si potrebbero riaprire i luoghi della cultura, come musei, teatri, sale da concerto e cinema.

In questa zona bar e i ristoranti lavorerebbero senza limiti di orario e anche piscine e palestre tornerebbero a funzionare a pieno ritmo. Sempre però mantenendo le regole base di contenimento, come mascherina obbligatoria, distanziamento e divieto di assembramento.

Come funzionerà la zona bianca: il problema dei parametri

Anche Repubblica parla di una zona con minori restrizioni ma la definisce “zona verde” e non zona bianca. Secondo il quotidiano il parametro per accedervi è quello di 50 casi ogni 100mila abitanti e non l’indice di contagio inferiore a un certo numero. Secondo il poco che si sa fino ad oggi quindi nella zona bianca: 

  • non dovrebbe essere in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 (altrimenti non avrebbe senso tenere aperti bar e ristoranti);
  • non dovrebbero esserci limitazioni all’apertura e al servizio di bar, ristoranti, pub, locali pubblici in generale; 
  • dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili a quelle introdotte durante il primo lockdown, palestre e piscine attraverso un protocollo da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e dello Sport;
  • dovrebbero riaprire, con regole e limitazioni simili a quelle introdotte durante il primo lockdown, musei, mostre, teatri, cinema e sale da concerto attraverso un protocolla da stilare tra gli operatori e il ministero della Salute e della Cultura. 

Per quanto riguarda i parametri per rientrare in zona bianca, sono in ballo due indicatori: l’indice di contagio Rt, che il governo ha già in mente di modificare per l’accesso in zona arancione o rossa portandolo rispettivamente a maggiore di 1 e maggiore di 1,25, oppure l’incidenza dei casi ogni centomila abitanti. Possiamo immaginare un Rt inferiore a 0,50 per far scattare la zona bianca.

do PC