La tre giorni a Napoli del Premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege
Il Premio Nobel per la Pace 2018, Denis Mukwege, a Napoli per una tre giorni durante la quale ha ricevuto la cittadinanza onoraria, la Laurea Honoris Causa in Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali e la “Parthènope” realizzata dallo scultore Domenico Sepe
Napoli. Mercoledì 7 dicembre, nelSalone dei Busti di Castel Capuano, è stata ospitata la Conferenza “No Peace Without Justice” organizzata dal Console della Repubblica democratica del Congo avv. Angelo Melone, in collaborazione con l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri e l’Ordine degli Avvocati di Napoli. Tra i relatori ospiti hanno figurato la Vicepresidente del Senato dott.ssa Maria Domenica Castellone, la Presidente del Tribunale di Napoli dott.ssa Elisabetta Garzo, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati avv. Antonio Tafuri, il Presidente dell’Ordine dei Medici dott. Bruno Zuccarelli e lo scultore Domenico Sepe che ha realizzato il dono ufficiale a rappresentazione della città di Napoli.
La Conferenza ha avuto lo scopo di presentare la realtà odierna del Congo orientale, attraverso le dirette testimonianze del dott. Denis Mukwege, con lo scopo di chiedere a gran voce giustizia per tutte le donne congolesi.
Per la prima volta il premio Nobel ha parlato dinanzi al simbolo del proprio Stato: “Il mio è un grido: il Congo ha diritto alla giustizia. Non c’è pace senza giustizia? Da noi non esiste né pace né giustizia, quando ne ho parlato all’Onu l’unica nazione non rappresentata era la mia. Non si riesce a interrompere questo circolo vizioso di violenze, i governanti sono i primo carnefici. Non possediamo i mezzi per vincere queste impunità, per questa ragione chiediamo all’Italia e ai paesi europei di istituire un Tribunale internazionale che possa indagare legalmente sui tanti crimini commessi».
Il dottor Mukwege, 67 anni, ginecologo e attivista per i diritti umani, nel suo ospedale “Panzi” a Bukavu, nella regione del Ki- vu della Repubblica democratica del Congo, cura donne e adolescenti, vittime di crimini sessuali compiuti nella guerra in corso nel suo paese dal 1998.
Novantamila le pazienti assistite fino a oggi. Per il suo lavoro e per aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale la brutale violenza sistematica contro le donne nel suo Paese, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Sakharov per la libertà di pensiero dal Parlamento europeo nel 2014 e il premio Nobel per la pace nel 2018.
La “Parthènope” il dono ufficiale di Napoli realizzato da Domenico Sepe
Denis Mukwege ha ricevuto in dono, in rappresentanza della città di Napoli, una scultura in bronzo realizzata dal famoso scultore Domenico Sepe, rappresentante la sirena “Phartenope”
“Ho avuto l’onore di consegnare tra le mani del premio Nobel per la pace, Denis Mukwege, in occasione della sua lectio magistralis “No peace without justice” a Castel Capuano, la mia Sirena “Parthènope”.
Scelta dal console del Congo Angelo Melone – sottolinea Sepe – la scultura “Parthènope” è il dono ufficiale a rappresentazione della riconoscenza che la città di Napoli ha nei confronti di un uomo che ha consacrato la propria vita alla tutela dei diritti della sua gente.”
Nel Nord Kivu “serve l’intervento delle Nazioni Unite”
In serata, al Palazzo Reale di Napoli, nel corso dell’evento “La nuit de la paix”, il sindaco Gaetano Manfredi ha consegnato al Premio Nobel la Medaglia della Città di Napoli.
“Quella di Mukwege “è una presenza importante in città – ha affermato – diventa uno stimolo per aiutare le donne in Africa, ma anche a potenziare le politiche già in essere per le donne nella nostra città”. “Da Napoli arriva una solidarietà importante – ha detto il ginecologo congolese – in Congo si registrano crimini di guerra, non semplici violenze, non è possibile che continuino, serve l’intervento dell’Onu”. All’ospedale Panzi, fondato da Mukwege, sono stati donati una tac dall’Istituto Pascale e centodiecimila euro di medicinali raccolti dall’ordine dei farmacisti di Napoli. Il professore Paolo Ascierto ha annunciato una collaborazione attraverso la telemedicina tra l’istituto napoletano dei tumori e l’ospedale congolese.
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