Vesuvio e dintorni: dionisiaco e apollineo a palazzo. Esposizione di Alfredo Troise e Nello Collaro

Vesuvio e dintorni: dionisiaco e apollineo a palazzo. Esposizione di Alfredo Troise e Nello Collaro
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a cura di Daniela Marra

Nelle sale del Palazzo  Criscuolo a Torre Annunziata sono esposte le opere di Alfredo Troise e Nello Collaro che raccontano la storia di una città che vive ai piedi di un vulcano: il Vesuvio. La mostra dal titolo Vesuvio e dintorni riplasma un soggetto pittorico, parte di un immaginario collettivo millenario.  Dalle suggestioni mitiche allo sterminator Vesevo leopardiano, dalle cartografie cinquecentesche ai vedutisti, fino a Wharol, il Vesuvio è stato sempre simbolo doppio di meraviglia e terrore.

In un mondo sospeso, privo di certezze, le opere di Nello Collaro, nato alle pendici del Vesuvio, raccontano di una montagna sacra, mai terribile, portatrice di luce e speranza, punto fisso di un’esistenza, muta e mutevole osservatrice delle vicende umane. Il suo è un dialogo d’amore sulla vita e sulla rinascita in un sogno apollineo a cui si abbandona con lirismo nelle vesti di fanciullino. Le visioni contemplative ed esistenziali di Nello Collaro trasportano in una dimensione onirica, dove le luci e i colori sono latori di un fuoco vulcanico che scalda l’anima senza ferirla.

Il Vesuvio è simbolo di forza, trasformazione e rigenerazione, incombe sul paesaggio nella sua bellezza tragica e conturbante e trova il suo emblema divino in Dioniso come vuole Marcello Gigante. E’ nelle opere di Alfredo Troise che si può individuare un’estetica di tipo dionisiaco. L’artista esprime se stesso e in un turbine tracotante va oltre il sè, in un’ebbrezza scoppiettante al di là di ogni misura. Rivoluzionario, simbolico, sperimentatore, rompe la logica visiva tradizionale per un’immersione percettiva senza confini, rivelazione di un animo ispirato, mutevole e igneo.

Le opere tra dono e maledizione restituiscono allo sguardo l’eccitazione delle emozioni e delle passioni, e rappresentano il tripudio dell’inatteso, dell’urgente vitalismo che sopravvive ai giudizi estenuanti di un mondo piatto, convenzionale e immobile nelle certezze acquisite e condivise. Le forze dirompenti, che controllano il suo inconscio, inondano le tele di forme surreali e colori vibranti e le sculture di suggestioni esoteriche, evocando luoghi e tempi di negazioni prepotenti e mancanze irreparabili, che si fanno strada nello sguardo dello spettatore con potenza espressiva che disturba e attrae fino ad un rapimento che risucchia il sé e il mondo.

La continua ricerca artistica, seppure molto diversa, di Alfredo Troise e Nello Collaro intreccia il mito e il paesaggio alla vita personale di ognuno, e la ricompensa è una rivoluzione poetica.

di Pasquale Crespa

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